A casa Monsupello visita in vigna e in cantina per conoscere l’azienda agricola dell’Oltrepò pavese guidata dalla famiglia Boatti.
Un viaggio sensoriale tra profumi, colori e sapori dell’Oltrepò dove accoglienza, tradizione e innovazione sono di casa.
Torricella Verzate, 5 luglio 2024 – Quando si arriva a Monsupello le vigne a perdita d’occhio e l’accoglienza della famiglia Boatti, fanno sentire gli ospiti a casa. Storia e sapere, cultura e tradizione si mescolano alla passione per il buon vino. Qui, il desiderio di condivisione, fa sperimentare il mondo del vino in tutte le sue sfide e sfumature.
Ad accogliere i giornalisti che hanno preso parte al press tour di mercoledì 3 luglio, Laura e Pierangelo Boatti, gli enologi Stefano Torre e Federico Fermini e Don Pietro Sacchi.
Dopo il welcome coffee di benvenuto in veranda i giornalisti sono stati accompagnati con fuoristrada e auto a visitare le vigne da diversi punti di vista per poterne apprezzare la pendenza e per rendersi conto delle particolarità dei vigneti di Monsupello e delle difficoltà legate alla loro cura e coltivazione. Monsupello può contare su 50 ettari di terreni di proprietà che dalla fine degli anni ‘80 sono stati inerbiti; una scelta della famiglia Boatti per gestire l’eccesso idrico, che all’epoca era un problema piuttosto marcato, per aumentare la portanza del terreno e per mantenere la biodiversità vegetale e animale.
Carlo Montanelli, consulente vitivinicolo di Per Le Uve di Giovanni Bigot, ha spiegato la conduzione agronomica dei vigneti, il loro stato di salute e il valore dell’indice Bigot, a cui Monsupello ha aderito: un metodo di valutazione brevettato, scientifico e innovativo, del potenziale qualitativo di un vigneto che, prende in considerazione 9 parametri, che hanno influenza diretta sulla qualità del vino (produzione, superficie fogliare esposta, rapporto tra metri quadri di foglie e quantità di uva per ceppo, sanità delle uve, tipo di grappolo, stato idrico della pianta, vigore vegetativo, biodiversità e microrganismi, età del vigneto). L’obiettivo è quello di quantificare le potenzialità qualitative di ogni vigneto e associare un’etichetta portando l’uva migliore per la tipologia di vino che si vuole realizzare.
In questi vigneti il lavoro dell’uomo è un valore imprescindibile: la vendemmia manuale dal 1993 avviene esclusivamente in cassette da 18 chili, sia per le uve bianche, sia per quelle rosse. Questo permette di selezionare i grappoli con cura, scegliendo solo quelli che raggiungono la perfetta maturazione e il giusto equilibrio zuccherino. Un processo delicato che preserva l’integrità del frutto, evitando lo stress che la raccolta meccanica potrebbe causare.
Tra i sottosuoli argillosi e calcarei tufacei, i vitigni di Pinot nero, Croatina, Barbera, Cabernet Sauvignon, Merlot, Nebbiolo, Pinot grigio, Riesling renano, Chardonnay, Sauvignon, e Muller Thurgau trovano il loro regno ideale. In questo terroir generoso, le uve affondano le loro radici in un terreno ricco di nutrienti, traendo linfa vitale che si traduce in vini di grande pregio che servono per il 95% il mercato italiano non contemplando la grande distribuzione.
Dopo aver visitato i diversi vitigni e fatto rientro in azienda, i giornalisti hanno potuto assistere alla sboccatura a la volée, un rituale affascinante che ha svelato la freschezza e la vivacità di uno spumante giovane, le cui bollicine hanno aperto la degustazione e la visita alla cantina introdotta dallo Chef de Cave Pierangelo Boatti e guidata dagli enologi Stefano Torre e Federico Fermini. Ogni calice un racconto, sapori e profumi che hanno svelato la passione della famiglia Boatti, che dal 1893 esprime le potenzialità del territorio dell’Oltrepò attraverso il vino.
La degustazione del Podere La Borla, vino rosso di grande carattere e complessità, direttamente dalla botte, ancora in fase di affinamento, è stata un’esperienza unica che ha permesso di apprezzare il vino in divenire, cogliendo le sfumature che si evolveranno nel tempo. Un viaggio sensoriale che svela la maestria di Monsupello e la sua profonda passione per la creazione di vini di eccellenza. Gli enologi hanno guidato gli ospiti alla scoperta delle diverse tipologie di barrique impiegate per cogliere l’anima del vino: ogni legno dona al vino una sfumatura unica, esaltandone le caratteristiche, conferendogli personalità e complessità. La scelta del giusto legno e della giusta tostatura è fondamentale per esaltare le potenzialità del vino. L’utilizzo di barrique francesi rappresenta un legame profondo tra Monsupello e la Francia, terra di grandi vini e tradizione enologica.
Laura Boatti, Direttrice Creativa di Monsupello, ha raccontato come il vino Podere La Borla rappresenti la svolta di Monsupello. Proprio grazie a questo Carlo Boatti, papà di Laura e Pierangelo, venne scoperto da Luigi Veronelli, che seppe apprezzare e comprendere le potenzialità di questo vino. Oggi casa Monsupello è conosciuta in particolare per le bollicine, ma è stata scoperta per questo rosso, divenuto quindi simbolo dei 130 anni della maison, con una speciale etichetta dedicata proprio a papà Carlo. Il “La Borla” viene prodotto solo nelle migliori annate. Il suo debutto è stato il 1961, una rarità per l’Oltrepò essendo un rosso tranquillo. e il primo vino dell’Oltrepò pavese ad essere premiato con la “Douja d’or” nel 1975.
Terminata la visita alla cantina i partecipanti hanno ricevuto la benedizione di Don Pietro Sacchi, parroco di San Pietro a Voghera e fondatore dell’Associazione Terre di mezzo. Studenti e “sprigionati”, ovvero persone che vivono una condizione di detenzione nel supercarcere di Voghera, hanno realizzato nel 2023 la prima vendemmia Monsupello all’insegna della sostenibilità sociale da cui è nato il vino “Sprigionato”, destinato a raccogliere fondi a favore dell’associazione.
Tornati in veranda per il pranzo gli ospiti sono stati accolti da Donna Carla Dallera Boatti, donna dalla straordinaria capacità imprenditoriale, che per Carlo Boatti fu consorte, amica, socia, ispiratrice e che rappresenta la storia di questa importante realtà. Ha raccontato che Monsupello è la sua vita, nonché famiglia allargata e di come sia orgogliosa dell’armonia che c’è in azienda, dell’intesa tra i suoi due figli Pierangelo e Laura, della professionalità e dello spessore umano dei loro enologi. Laura ha sottolineato il tema della sostenibilità sociale in azienda e il ruolo chiave delle donne.
Anche il menù, curato da Vittoria Banqueting, ha proposto un ventaglio di sapori del territorio, ma non solo: alla degustazione del Riesling, vino bianco elegante e raffinato, dal bouquet fine, fresco e fruttato è stato scelto come accompagnamento il salmone fresco e affumicato della Upstream Salmon Company, che offre una materia prima di eccellenza. La degustazione dei vini è continuata a tavola con nuove bolle, selezionate da Pierangelo e degli enologi: Nature 2019, Pinot nero metodo classico pas dosè, dotato di sentori complessi, vincitore di numerosi premi; Brut Rosè, Pinot nero metodo classico dal perlage fine e molto resistente; Blanc de Blancs, un 100% Chardonnay extra brut, creato da Pierangelo Boatti, che in bocca si conferma una cuvée dal ritmo lento e solenne, da assaporare con calma, dedicato alla mamma Donna Carla Boatti; Riesling renano, dal bouquet fine, fresco e fruttato; Sprigionato 2018; Cà del Tava. Il Cuvée “Cà del Tava”, realizzato da un unico vigneto, è stato voluto fortemente da Pierangelo Boatti come dedica al bisnonno e rappresenta un legame affettivo profondo, oltre ad essere un’eccellenza nell’ambito della produzione di spumanti Monsupello, premiato con i Tre Bicchieri nella Guida Vini d’Italia Slow Food e Gambero Rosso nel 2005 e nel 2006.
A sorprendere gli ospiti anche un blind taste di una bottiglia che si è poi svelata essere un Nature del 2002, dedicata a Carlo Boatti. Dopo i ringraziamenti e un brindisi finale Pierangelo ha annunciato una nuova bolla per il 2025, 100% Pinot nero, e altri interessanti progetti in via di sviluppo.
Un’esperienza enogastronomica di grande valore, che ha permesso di soddisfare ogni curiosità su Casa Monsupello. I vini degustati hanno conquistato i palati degli ospiti, lasciando un ricordo indelebile di finezza, eleganza e complessità. Il viaggio sensoriale tra le barrique francesi che ha rafforzato il legame tra Monsupello e la sua terra, è espressione di una tradizione vitivinicola che guarda al futuro con passione e innovazione.